Se avessi una figlia vorrei che crescesse viaggiando.
Forse sì, avrei paura di vederla partire, ma in fin dei conti si ha paura che tutti i figli, uomini o donne, lascino casa, ma vorrei comunque vederla andare per scoprire, conoscere ed imparare.
Donne in viaggio: se avessi una figlia vorrei aprirle gli occhi sul mondo *

Imparare cosa? Senza dubbio imparare ad essere una donna.
Solo uscendo di casa e scollandosi dalla tv, dalle riviste e dai social, una ragazza oggi può arrivare a capire che essere donna non si riduce a quel modello che finisce per non farla guardare allo specchio, che essere donna non significa imitare ed unirsi alla massa, che essere donna non significa entrare in una taglia 40, avere le scarpe e la borsa che vanno di moda e aver paura di invecchiare.
Viaggiare per imparare ad essere donne *
Nessuno ci pensa quando prenota una vacanza: stai partendo stai andando all’estero, lontano dalle tue abitudini e dalla tua gente, apri gli occhi potresti imparare!
E’ viaggiando che ti rendi conto che le differenze fanno la bellezza, e che una donna non è una copia dell’altra, ma un modo tra tanti di essere donna.
Girando per il mondo scopri gli altri e scopri anche tante donne particolari. Spesso le guardi e pensi “Ma chi te lo fa fare”, oppure “Mamma mia ma sei matta, io così no!”.
Eppure prima di criticare dovremmo solo guardare e imparare.
Sì! Perché spesso vediamo, ma non guardiamo. Prima di aprire la bocca e decidere che qualcosa è sbagliato, è strano, non è normale, dovremmo guardare…e imparare.
Questo vorrei per mia figlia: la bellezza di un mondo a disposizione per capire che anche lei è stupenda a modo suo… anche lontano dai nostri modelli tutti occidentali che ci fanno apparire libere, mentre siamo schiave di una immagine e di un modo solo di essere.
Il mondo invece ci regala tante donne, tante tradizioni, tanti modi di essere lontani da noi, spesso difficili da capire, eppure bellissmimi.
La tradizione rivoluzionaria delle donne *
Gli zoccoli ticchettanti di una Geisha sembrano arpioni legati al passato di donne troppo truccate e tutt’altro che belle?
Pensate bene a quelle donne: in realtà esse rappresentano il supremo canone di bellezza di una cultura tanto lontana e spesso incomprensibile.
Soprattutto però esse rappresentano l’arte e l’indipendenza di donne che potevano e possono permettersi una vita sole in una società patriarcale.
Prostitute? Artiste? Queste sono definizioni figlie di un nostro strenuo tentativo di classificazione: tutto deve entrare in uno schema binario di ciò che è positivo e di ciò che è negativo.
Quante volte abbiamo guardato le immagini di una tradizione che non capiamo come quella delle Kumari e abbiamo urlato allo scandalo?
La Kumari, sicuramente è una figura ampiamente criticabile dal punto di vista pedagogico, ma quante l’hanno guardata come l’espressione di un potere che tutte le donne vorrebbero avere nel mondo occidentale: una bambina più potente del suo re, in una società che in realtà getta le donne in un angolo sociale?
Quante volte abbiamo pensato allo sciamanesimo e alle sciamane come un arcaico tentativo di spiegare la vita con fantasmi e visioni?
Pazze! Così sono state viste le Curandere sudamericane o le sciamane orientali… eppure forse dovremmo invidiarle.
Le sciamane seguono una chiamata, la rivelazione di un compito da seguire nella vita, e si collegano al mondo che le circonda, coltivano il loro rapporto con la natura e aiutano gli altri grazie a questo rapporto privilegiato.
Loro sono vera espressione di un rapporto primordiale con la terra che noi abbiamo dimenticato preferendo il contatto con un centro commerciale o un telefonino.
Loro hanno l’indipendenza, noi viviamo in schiavitù senza saperlo.
Geisha, Kumari e Sciamane… tradizione rivoluzionaria, potere, indipendenza.
Queste donne seguendo degli schemi tramandati dal passato riescono ad essere figure assolutamente rivoluzionarie in una società che ci vuole tutte uguali e, soprattutto, sempre più uguali agli uomini.
Quando ho pensato di scrivere questo saggio sulle donne nel mondo ho iniziato a ragionare sul MIO modo di essere donna e ho capito di essere più in gabbia di quanto credessi.
Viaggiare è anche un modo per conoscere il principio femminile che abita in noi, e si far crescere così una donna diversa indipendente, felice e soprattutto libera….questo dà potere: il potere che non abbiamo perché cerchiamo di raggiungerlo imitando schemi che non ci sono propri: quelli maschili!
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