Tra i borghi più belli d’Italia spesso non compaiono tanti paesi medievali che meriterebbero un’attenzione maggiore. Sforzandomi di guardarlo come destinazione turistica, e non come “casa”, vi presento Montecelio, il mio paese d’origine, e la sua più bella tradizione: quella delle Vunnelle alla festa di San Michele Arcangelo
Se digiti “Montecelio” sui motori di ricerca compare ben poco. Wikipedia lo definisce il “centro storico del comune di Guidonia- Montecelio in provincia di Roma” e prosegue con un paragrafo di poche righe sulla sua storia. Le informazioni finiscono qui… a parte qualche notizia in più sul Montecelio Calcio.
Per fortuna un paio di siti come montecelio.it o il sito della Pro Loco di Montecelio, mostrano qualche piccola informazione aggiuntiva sulle sue bellezze, ma chissà in quanti finiscono per cadere tra le loro pagine.
Per me Montecelio va oltre queste poche righe. Io non ho difficoltà a ritrovarlo tra le tante pagine web, né ho difficoltà ad imboccare le strade che da Roma portano a due colline quasi perse nell’estesa pianura alle spalle della capitale.
Io qui ci sono nata… e forse è per questo che ho sempre avuto una certa difficoltà a trattarlo come fosse una destinazione turistica da consigliare, nonostante il suo essere uno degli stupendi borghi medievali del Lazio.
Solo ora, dopo anni di vita tra Roma e l’estero il ritorno suona dolce e mi fa apparire queste case aggrappate alle rocce sotto la rocca medievale come qualcosa di bello da mostrare.
Dopo anni ho trascorso qui un mese e ho potuto passeggiare tra i suoi vicoli, sentire il suono del suo dialetto e vedere cose belle e brutte del passare del tempo.
I borghi più belli d’Italia: Montecelio a due passi da Roma *

Montecelio è inerpicato su due colli che si tengono stretti per mano nella piazza centrale. Al centro di questa la chiesa di San Giovanni sembra quasi un qualcosa di troppo grande in proporzione alle piccole dimensioni della vita del paese.
Sulla piazza si affaccia le bella rocca che sovrasta il colle più abitato. Sembra tanto vicina, ma risalire le lunghe stradine, tutt’altro che pianeggianti, fa capire che il paese non è un angolino di poco conto, ma un centro abitato formatosi nei secoli a partire da piccoli agglomerati di epoca romana fino ad arrivare, per sviluppo in cerchi concentrici, ai giorni nostri.
I vicoli, a volte silenziosi, a volte affollati e vivi, nascondono opere d’arte impensate. Soprattutto, spesso, passano inosservate le numerosissime edicole sacre appartenenti ad artisti dei secoli scorsi a volte, purtroppo, quasi totalmente scomparse (come succede per la Madonna del Giglio, risalente al XV secolo e in balia di poco rispettose infiltrazioni d’acqua).
La vita in qualche modo sembra ancora mantenersi la stessa.
Con la bella stagione si cammina per i vicoli e si passa tra sedie di signore al fresco che se la chiacchierano, o lavorano a maglia.
Le sere si gira fino a tardi, magari prendendo una pizza in una delle due pizzerie che si affacciano sulla piazza principale, oppure si prende un gelato o altro in uno dei tanti bar (quelli non mancano di certo).
Quanto è difficile per un paesino come Montecelio, o uno dei tanti altri in giro per l’Italia, mantenere la propria identità?
Ogni volta me lo chiedo e purtroppo di frequente le risposte non sono particolarmente felici.
I giovani non sempre rimangono (io ne sono purtroppo un esempio) o comunque non lo vivono nello stesso modo e tante tradizioni si perdono. Per fortuna non tutte visto che qualche associazione rimane in piedi e fa della propria attività un arpione con il passato, quel passato che è veramente un peccato perdere.
A Montecelio molte cose si perdono ogni giorno, ma una cosa rimane, anche tra i giovani. Per questo è bello vedere ogni anno il ripetersi della più importante festa del paese alla fine di settembre come una elegante chiusura della stagione estiva.
Nessuna guida vi consiglierà mai di andare a Montecelio, vicino Roma, per la festa di San Michele, e probabilmente neanche per la Sagra delle Pinciarelle di inizio settembre, o per il Presepe Vivente di Natale.
Io invece sì! Lo so… è un consiglio un po’ di parte, ma se non è una persona del posto a sponsorizzare il proprio paese chi lo deve fare.
Almeno è certa una cosa: nessuno mi ha pagato per farlo.
Quindi risparmiatevi un biglietto Ryanair e prendete la macchina per arrivare qui per l’ultima domenica di settembre per la festa di San Michele.
Potrete ammirare gli stupendi costumi d’epoca, le Vunnelle, che ormai da generazioni si tramandano di madre in figlia, oppure vengono riprodotti con sapiente abilità da pochissime mani ancora in grado di rigenerare gli antichi ricami.
Andare a Montecelio per ammirare le Vunnelle della festa di San Michele *

San Michele è il patrono di Montecelio e in questa occasione, la domenica mattina, sfilano per le strade del paese le stupende “Vunnelle” accompagnate dai consorti “Butteri”.
L’appuntamento è ogni anno l’ultima domenica di Settembre.
La festa si svolgerà nei giorni tra il giovedì e la domenica sera anche se la sfilata più ambita si terrà proprio la domenica mattina.
La tradizione della Vunnella

La Vunnella è il nome del costume che in passato veniva utilizzato per i giorni di festa e per i matrimoni dalle donne monticellesi.

Molti dei vestiti che si vedono sfilare sono gelosi cimeli di famiglia tramandati da generazioni, altri invece sono riproduzioni il più possibile fedeli agli originali.

Le parti che più attirano di questo costume estremamente elaborato sono sicuramente i fazzoletti ricamati in oro che vengono messi sulle spalle e in testa, anche se una seconda tipologia li vede anche in “maglia fissa”.

Sembra che in passato le donne di famiglie più facoltose utilizzassero le “Vunnelle in oro” mentre le donne di famiglia più “povera” si vestissero con “Vunnelle in maglia fissa”.
Entrambe le tipologie sono comunque arricchite di ricami rappresentanti simboli contadini come uccelli, fiori, spighe etc. Per fare in modo che le tecniche di ricamo non si perdano nel tempo una associazione volontaria, associazione culturale “La Vunnella”, promuove anche corsi di ricamo oltre ad impegnarsi ad insegnare l’arte della vestizione.

Vi assicuro infatti che la vestizione è cosa tutt’altro che semplice: data la complessità del costume è necessario sempre avere almeno un aiuto ed è necessario sapere come sovrapporre i vari strati ed il giusto modo di fermare ogni capo.
Io che l’ho indossata per anni ve lo posso assicurare… la parte migliore è sempre il momento del busto, soprattutto quando a stringertelo è qualche anziana vicina di casa che ancora ricorda bene le abitudini di un tempo! La sottoscritta ha comunque affrontato ogni anno anche questa parte di “calvario” con molto piacere e si rammarica oggi di non poter assolvere con molta facilità al compito data la lontananza.
La sfilata delle Vunnelle per la Festa di San Michele rappresenta a Montecelio uno dei pochi elementi del passato che sembra non voler abbandonare fortunatamente il suo posto.
Alla sfilata partecipano bambini o adulti di ogni età e questo fa vedere come, a volte, un simbolo, come può essere in questo caso un vestito d’epoca, possa mantenere viva l’identità di un borgo che altrimenti rischierebbe di perdersi.
Appuntamento allora a due passi da Roma per chi voglia godersi un po’ di sano ritorno al passato arrampicandosi sulle strade che portano sotto la Rocca di Montecelio, a Piazza San Giovanni.