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  1. Valeria: giornalista a Zurigo
  2. Grazie Valeria

Il Coronavirus in Europa miete vittime e anche la Svizzera combatte la sua battaglia. Ecco il racconto di Valeria di Zurich Wonderland

Ho avuto piacere nel vedere la risposta di vari blogger dal mondo che testimoniano l’incubo del coronavirus oltre i nostri confini nazionali.

Ogni nuova parola scritta sull’argomento sembra farci vedere solo una cosa: il mondo oggi non ha confini, il Coronavirus è un problema globale che non guarda documenti di provenienza e, che lo si voglia o no, la soluzione potrà arrivare solo dalla cooperazione di tutti… ma chi lo sa quando quei “tutti” lo capiranno.

Oggi parlamo con Valeria di Zurich Wonderland, una romana che vive a Zurigo e, come tutti, vive le limitazioni attuali di un virus che prova a far inginocchiare il mondo.

Leggi anche le testimonianze di Liliana dal Portogallo e di Claudia dall’Australia.

Valeria: giornalista a Zurigo *

Coronavirus in Europa: la svizzera
Valeria dallo scatto di Carolina Caruso

Dove vivi, da quanto e quale è il tuo blog e la tua attività nel paese in cui ti trovi

Sono nata e cresciuta a Roma ma vivo a Zurigo (Svizzera) da 6 anni.

Sono una giornalista professionista ed organizzatrice di eventi specializzata in design e architettura e collaboro con magazine e realtà aziendali tra Svizzera e Italia.

Il mio blog si chiama Zurich Wonderland ed è il primo blog in italiano dedicato a Zurigo, una city guide che cerca di far conoscere questa bella città oltre i luoghi comuni.

Quale è la situazione contagi da Coronavirus nel tuo paese e nella tua città

La situazione è molto seria.

Alla data del 20 marzo la Confederazione ha confermato 4840 casi di coronavirus di cui 43 decessi. Il Ticino è il cantone che attualmente sta soffrendo di più.

Nel Cantone di Zurigo alla data del 19 marzo erano stati confermati 526 casi di cui 3 decessi.

Quali sono i provvedimenti presi dalle autorità per contrastare il virus

La Svizzera ha dichiarato lo stato di emergenza il 16 marzo e sta applicando le disposizioni contenute nella legge sulle epidemie.

È stato inoltre mobilitato l’esercito con circa 8.000 unità al momento. L’esercito va in aiuto agli ospedali e alle cliniche sia per l’approvigionamento di materiale, sia per aiutare il personale con i pazienti ordinari. L’esercito non veniva mobilitato dalla seconda Guerra Mondiale.

Dichiarare lo stato di emergenza ha significato chiudere, oltre alle scuole che erano già state chiuse il 13 marzo, anche gli esercizi commerciali, ristoranti e bar, università, centri sportivi, centri estetici e parrucchieri, cinema e teatri.

Aziende ed uffici sono invitati a favorire il lavoro da casa dove possibile e a garantire le misure di sicurezza ed igiene raccomandate dalla Confederazione Svizzera.

Restano aperti e funzionanti i servizi essenziali come supermercati, farmacie, trasporto pubblico (anche se a regime ridotto), uffici postali, banche, stazioni di servizio, servizi di riparazione urgenti ed edicole.

Le disposizioni al momento restano in vigore almeno fino al 19 aprile.

Per quanto riguarda le frontiere, l’entrata in Svizzera è consentita ai cittadini e ai residenti in Svizzera, ma è rifiutata a chi proviene dai Paesi confinanti quindi Francia, Germania, Austria ed Italia.

La situazione cambia di giorno in giorno e probabilmente vedremo a breve un ulteriore inasprimento delle misure.

Lascio il sito ufficiale della Confederazione Svizzera dove reperire tutte le informazioni e restare aggiornati sugli ulteriori provvedimenti che verranno adottati https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/krankheiten/ausbrueche-epidemien-pandemien/aktuelle-ausbrueche-epidemien/novel-cov.html

È fondamentale sempre, ma ancora di più in questo periodo, informarsi sui canali ufficiali e verificati.

Come rispondono le persone che ti circondano: c’è consapevolezza del pericolo oppure il Coronavirus viene ancora considerato cosa che riguarda altri?

La risposta a questa domanda è «dipende».

Alcune persone sono consapevoli altre continuano a sottovalutare la situazione.

Io sono alla mia seconda settimana di autoisolamento e avevo già cancellato eventi e appuntamenti che potevano essere sostituiti da meeting online tre settimane fa.

Io, mio marito (e quasi tutti i nostri amici italiani) abbiamo seguito le indicazioni del governo italiano prima ancora di quelle del governo svizzero. Abbiamo cercato di sensibilizzare sulla necessità di restare a casa, ma all’inizio ci hanno dato degli esagerati.

Fino a lunedì c’era ancora molta gente in giro, soprattutto al lago, però devo dire che in questi ultimissimi giorni Zurigo è praticamente deserta.

Come vivi la situazione italiana? (Spero che la tua famiglia non sia in zone ad alto rischio)

Cerco di restare il più aggiornata possibile e sono in contatto quotidiano con le nostre famiglie, una a Roma e una a Milano — oltre che con gli amici.

Per fortuna stanno bene e stanno seguendo scrupolosamente le raccomandazioni del governo.

L’Italia è nei nostri cuori e nei nostri pensieri e ci auguriamo che il momento dell’emergenza finisca presto. L’Italia sta facendo un ottimo lavoro e sta dimostrando di avere competenza, anima e cuore nel gestire questa complicata situazione.

La tua vita sta cambiando? In che modo? La tua attività ha subito un forte rallentamento?

La vita è cambiata quasi instantaneamente. Anche se, essendo già una lavoratrice autonoma da anni, sono abituata a lavorare in casa.

La maggior parte delle mie attività, esclusi gli eventi, si svolgono grazie a computer e telefono. Posso quindi continuare sicuramente a portare avanti la parte editoriale del mio lavoro.

Purtroppo sono saltati diversi incarichi, inclusi anche alcuni di carattere editoriale, perché i magazine cartacei stanno già facendo i conti con inserzionisti che stornano i propri investimenti. Riesco a mantenere gli incarichi con la radio (collaboro con RSI Rete Due come corrispondente culturale da Zurigo) e con i magazine online che mai, come in questo momento, stanno lavorando per fornire contenuti interessanti a tutti noi.

Pensieri e riflessioni

Non sono tempi facili. Questa purtroppo è una maratona, non uno sprint, ed essere responsabili e ligi alle raccomandazioni è il minimo che possiamo fare.

Questo virus ci sta mettendo di fronte a una sfida seria, senza precedenti nella nostra storia recente e credo che possa essere superata solo se tutti facciamo la nostra parte.

Non bisogna essere allarmisti ma neanche credersi dei supereroi e sottovalutare il rischio che tutti corriamo — non solo gli anziani.

Approfitto dello spazio che mi stai dando cara Agnese proprio per far passare questo messaggio. Non ci sono categorie di persone immuni, al momento quello che sappiamo è che più si è giovani e più si ha possibilità di riuscire a superare la malattia. Siamo tutti possibili veicoli per il virus e spezzare questa catena si può solo restando distanti, a casa. La tecnologia ci aiuta a tenerci in contatto e troveremo sicuramente nuovi modi di interagire e superare insieme questa situazione.

#distantimavicini #iorestoacasa

E rimaniamo comunque positivi per noi e per gli altri. Adesso è il momento di essere resilienti e di utilizzare la nostra creatività come la intendeva Poincaré e ovvero come la capacità «di unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili».

Grazie Valeria *

Un ringraziamento e un abbraccio virtuale anche a Valeria Se intanto volete seguirla… o segnarvi i suoi contatti per quando finalmente torneremo a viaggiare, ecco dove trovarla

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Informazioni sull'autore

Ex agente di viaggio, lettrice compulsiva di ogni genere letterario (esclusi libri rosa), viaggiatrice seriale con la passione per penna e calamaio. Convertita al mondo 2.0 ho creato Viaggi Zaino in Spalla e ora perseguo il faticoso compito di convertire ai viaggi indipendenti e al fai da te chiunque passi per le mie pagine

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