Alla scoperta della Sicilia in Camper con i ragazzi di Allemandich: curiosi di conoscere le tappe imperdibili di questo itinerario del sud?
Quest’estate, complice anche la temuta pandemia da Covid-19, molti italiani hanno colto l’occasione per riscoprire luoghi più o meno noti del Belpaese, troppo spesso snobbati in favore di mete dal sapore esotico ed extraeuropeo.
Anche noi Allemandich siamo stati tra questi.
Intendiamoci, noi amiamo l’Europa e difficilmente rivolgiamo altrove il nostro sguardo. Ma ecco, di solito valichiamo quanto meno i confini di casa nostra per trovare mete più accoglienti nei confronti dei camperisti e un po’ meno costose.
Quest’anno invece, un po’ per scelta e un po’ per necessità, abbiamo rivolto il muso del nostro camper verso il Sud anziché verso il Nord…e siamo approdati in Sicilia.
Il Paradiso che non ti aspetti: Randazzo e dintorni *
Avevamo sentito tessere le lodi di questa terra meravigliosa da vari amici, ma non eravamo comunque pronti a trovarci di fronte tutta quella bellezza selvaggia.
Un mare azzurrissimo da un lato, montagne dai colori caldi dall’altro, e in mezzo palme, ulivi, fichi d’india e azalee prepotentemente fiorite.
Il nostro viaggio è iniziato da Catania e subito ci siamo diretti verso Randazzo, prima tappa ufficiale della nostra esplorazione della Sicilia in camper.
Randazzo è la città che non ti aspetti, quella che magari in pochi conoscono, ma che ha tanto da offrire.
Divisa anticamente in tre quartieri differenti dal punto di vista etnico, ma ormai fusi insieme a formare l’attuale centro urbano, Randazzo ha visto la convivenza di Lombardi, Greci e Latini.
E la costruzione di più di cento Chiese, forse la maggior caratteristica della città.
Alcuni di questi edifici religiosi furono eretti dai Cavalieri Templari per omaggiare la Madonna e i Santi oggetto della loro devozione, e furono disposti in modo tale da riprodurre a grandi linee le stelle all’interno della costellazione della Vergine.
Cosa che capita, ad esempio, anche nella Ile de France.
Questa prima città dai muri di pietra nera vulcanica non ha fatto che incuriosirci a scoprire di più, sempre di più…
La scoperta continua: Siracusa e Ortigia *
Abbiamo quindi raggiunto Siracusa e la piccola isola di Ortigia, che abbiamo esplorato sia via terra che via mare.
Quanto splendore!
Anche qui arte, storia e cultura la fanno da padrone, ma forse la cosa più particolare è la presenza della Fonte Aretusa, una fonte d’acqua dolce che sgorga proprio in riva al mare e dove crescono spontanei i papiri.
E magari ti sembrerà cosa da poco, ma questa pianta cresce spontaneamente solo qui e in Egitto.
Questa è una delle cose che ci ha colpiti di più, insieme alla bellissima Fontana di Diana che racconta con le sculture che la adornano proprio la storia della Ninfa Aretusa e all’inaspettata Chiesa di San Giovannello, ex sinagoga attualmente priva di tetto e proprio per questo ancora più suggestiva.
Il profilo esterno di Siracusa e di Ortigia, visibile solo via mare e tanto bianco quanto era scuro quello di Randazzo, è costellato di grotte ricoperte di coralli all’interno delle quali addentrarsi.
E mentre ti perdi tra colori violenti e profumi salmastri ti senti davvero avvolto dalla forza della natura.
Marzamemi: non solo una piazza colorata *
Tappa successiva Marzamemi, con la celeberrima piazzetta dai colori così sfacciatamente greci.
Bella, bellissima…ma che dire degli affacci improvvisi sul mare, in cui ti imbatti girando per caso l’angolo di un viottolo?
O dei fenicotteri liberi e selvaggi che abitano le vicine saline?
Ancora una volta ci siamo staccati dal già visto, e siamo andati a cercare ciò che più sfugge allo sguardo dei turisti.
E consigliamo a tutti di perdersi fra stradine e vicoletti, perché è così che si respira davvero l’autenticità della Sicilia.
Il mare selvaggio e romantico di Portopalo e dintorni
Playa Carratois, poco più in là, ci ha accolti con le sue dune quasi desertiche di sabbia dorata e finissima, la vegetazione riarsa dal sole bollente ed il mare cristallino dall’acqua bassa per chilometri.
In zona anche Portopalo di Capo Passero, delizioso borgo marinaro ora meta di turisti, e l’Isola delle Correnti.
Qui il Lido Scialai è collegato all’Isola da un braccio di terra artificiale percorribile a piedi quando la marea è bassa, e noi ti consigliamo di farlo per vedere da vicino l’unione tra il Mar Ionio e il Mar Mediterraneo, un fenomeno che viene definito “Il bacio”.
La cosa curiosa è che se uno dei due mari è mosso, l’altro è sicuramente calmo e liscio come l’olio.
Una veloce visita ai luoghi di Montalbano: Scicli e Donnalucata *
Continuando lungo la costa est della Sicilia ci siamo imbattuti in Donnalucata.
Questa zona è particolarmente cara agli amanti de “Il Commissario Montalbano”, perché proprio qui sono stati ambientati gli episodi dell’omonima serie tv.
Non solo a Donnalucata naturalmente, ma per esempio anche a Scicli.
Scicli è un presepe medievale, particolarmente affascinante di sera, che ospita nell’edificio del Municipio il set del commissariato di Vigata.
Ma c’è di più, molto di più. Questa è la capitale indiscussa del barocco del Val di Noto (che è maschile, ebbene sì), e ogni palazzo è un capolavoro da rimirare a bocca aperta.
Natura e storia: la Valle dei Templi e la Scala dei Turchi *
Abbiamo affrontato il sole bollente che splende su Agrigento per visitare la Valle dei Templi, respirando atmosfera greca in ogni dove.
Non solo per via dei numerosi templi dorici sparsi qua e là lungo il percorso, ma soprattutto per i colori caldi e la massiccia presenza di ulivi.
Senza scordare poi l’incontro con le caprette girgentane, ovini dalle corna tortili tipici della zona e quasi estinti…
Ancora mare, questa volta quello che lambisce le propaggini della Scala dei Turchi (da ammirare solo da lontano, occhio! E’ vietato e pericoloso arrampicarcisi sopra…).
L’acqua alle prime luci dell’alba è calma e trasparente, così chiara da consentire di scorgere banchi di pesci di tutte le forme e i colori e pigre meduse dalle sfumature rossastre.
E l’alba è il momento ideale per recarsi alla Scala, perché le sfumature d’oro rosato vanno a scaldare il bianco del calcare e creano pennellate di colori degne d’un dipinto impressionista.
Simile è anche il paesaggio selvaggio di Eraclea Minoa, ma il nostro viaggio ormai è giunto al termine e noi dobbiamo risalire verso il Nord dell’Isola.
Il Mal di Sicilia? Esiste eccome… *
Ed è imbarcandoci nuovamente col nostro camper a Catania che ci troviamo a riflettere sul fatto che se il Mal d’Africa esiste davvero, allora di certo si può dire lo stesso del Mal di Sicilia. E la Sicilia in camper, poi, è ancora più bella.
I colori, i profumi, la natura selvaggia e il calore del sole e della gente non possono che restarti nel cuore…e sarà così per sempre.
Guest post di Chiara e Fabio di Allemandich
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