Un piccolo stop alle guide per viaggiatori amanti della natura e dell’avventura, per parlare insieme dei dilemmi della vita femminile in periodo da covid. Quante di voi hanno voglia di condividere con me patemi d’animo, scontento e delusioni? Apetto tutte le mamme che da qualcosa d’altro si sono tramutate in mamme Zoom
Un anno ormai dal mio ultimo viaggio lungo raggio che ha rappresentato la chiusura con quella vita precedente che sembra sepolta in tempi lontanissimi.
Lo sconforto di chi fu mamma viaggiatrice *
Un anno a controllare ansiosamente ogni comparsa di raffreddori, tossi e linee di febbre, a combattere con mascherine e distanziamento sociale. Un anno di lontananza dalla famiglia immersi in una vita ormai 100% expat in cui il mio essere travel blogger e mamma viaggiatrice sembra essere morto e sepolto.
Il covid ha ucciso il mondo del turismo chiudendo (ahime!!) gran parte delle mie collaborazioni, castigandomi a lezioni zoom a non finire con l’unica evasione di veloci passeggiate con il cane. Tutto ha ucciso ogni ispirazione e possibilità di organizzare un calendario con scadenze regolari e frequenti come una volta.
Ho vagato per il web vedendo i blog di viaggi trasformarsi in pagine news sul covid o consigli di lettura, e mi sono chiesta ogni giorno il senso dell’esistenza di un diario di viaggio e consigli online quando è consigliabile evitare ogni movimento, quando anche solo rientrare a casa per salutare la famiglia è assolutamente sconsigliato.
Il viaggio in tempo di covid? Non e’ quello che si vede sui social *
Il mio viaggio giornaliero attuale parte alle 6 del mattino e si conclude alle 11 di sera. Passa per organizzazioni di compiti e didattica per due nani, organizzazione di passatempi per bimbi ridotti a vivere tra quattro mura. Finte fughe fra pagine di libri (digitali naturalmente), campeggi casalinghi e documentari.
Resisto a questo momento storico come fanno tutti: portando avanti i miei doveri sperando che passi e sognando il futuro che sembra prossimo. Mi trucco e mi pettino ogni mattina come se dovessi uscire solo per non cedere all’abrutimento, mi alleno per far vedere al fisico che qualche muscolo è ancora vivo.
Ma soprattutto vago sempre poco per i social (meno di altri probabilmente) perché detesto la finzione di chi paventa una vita da favola a spasso per il mondo anche quando sta tra quattro mura in ciabatte e pigiama.
I miei post sono ricordi malinconici, sogni che sorreggono l’anima.
Ecco a cosa servono questi fiumi di parole che si seguono su una pagina web… che piuttosto spesso sfugge agli occhi di molti di voi interessati ormai piu’ alla panificazioni e alla vita privata dei Ferra/Fedez che non a future partenze.
Ricordi, descrizioni, racconti non sono più consigli, ma semplicemente voglia di vivere, fuga mentale, resistenza alla stasi. Prima che tutto questo accadesse, superata la giovane età, dimenticavamo che la fantasia era il pane dell’anima. Oggi è proprio lei la nostra fonte di salvezza, ciò che ci porterà fuori da questo incubo.
E’ questo il motivo per cui, anche se non posso ancora tornare ad essere una mamma viaggiatriche, continuo ad essere una mamma blogger… a dispetto della DAD, della clausura casalinga e di chi pensa che queste pagine siano una inutile perdita di tempo.