Il viaggio è anche questo: entrare in altre culture, in altri mondi e vedere anche quello che non vorresti mai vedere, anche lo sfruttamento delle donne che credi tanto lontano da te.

Lo sfruttamento delle donne

 

E’ così facile incontrare realtà  che non ci piacciono… soprattutto quando quasi tutto l’anno si vive nel proprio bozzolo, lamentandoci di politici e tasse, ma chiudendoci a tutto il resto.

Quando mi ritrovai in Tunisia ed entrai in quella fabbrica di maglioni, di un italiano che produceva lì per vendere in Italia, in fin dei conti sapevo cosa avrei visto, eppure rimasi comunque a guardare sconcertata.

Un enorme capannone di lamiera infuocato dove centinaia di donne, ognuna su una macchina da cucire, preparavano maglioni da spedire nel nostro paese.

Purtroppo non ho foto da mostrarvi perché si guardavano bene dal permettere a chi entrava di scattarne quindi dovrete accontentarvi di quello che vi scrivo.

Lo sfruttamento delle donne: le formichine operose *

Sembrava di guardare tante formichine all’opera a testa bassa.

Il proprietario mi guardò vantandosi di quanto poco gli costasse produrre lì maglioni che in Italia rivendeva ad una cinquantina d’euro l’uno

Mi venne spontaneo chiedere quanto guadagnavano quelle donne al lavoro in quel forno (naturalmente omessi la parte del forno), e lui si vantò ulteriormente dicendo che guadagnavano un importo (molto misero) per ogni maglione che cucivano.

Naturalmente le più anziane avevano un trattamento “migliore” rispetto a quelle entrate da poco.

Rimasi un attimo lì a guardare e pensai anche che, nonostante l’atmosfera infuocata, alleviata da un paio di ventilatori qua  e là  a smuovere l’aria calda, l’ambiente era almeno pulito e stavano meglio delle donne in Marocco di qualche anno prima

Già le donne della fabbrica in Marocco: un gruppo di donne sedute a terra, alcune con neonati “fasciati addosso” sbucciavano a sassate dei frutti per guadagnare circa 3 € al giorno per 10 ore di lavoro,”ammirate” da ondate di turisti che venivano portati a conoscere l’attività  della Fabbrica.

In Tunisia l’italiano le nascondeva… in Marocco erano invece vanto per la città.

Uno scontro faccia a faccia con la realtà *

Sì viaggiare può essere anche questo. Un faccia a faccia scomodo con realtà  che facciamo finta di non conoscere quando ci crogioliamo nel nostro bozzolo.

Probabilmente viaggiare e scontrarci con queste realtà  non farà  risolvere il problema. Comunque finiremo sempre a comprare in quei negozi merce a prezzi stracciati, magari è dicendoci “Anche noi dobbiamo pur arrivare a fine mese”.

Eppure il viaggio ci può dare coscienza di un mondo diverso dal nostro, ma così tremendamente legato alla nostra vita di tutti di giorni da creare una fitta trama intricata.

Viaggiare non è solo belle spiagge e foto da cartolina, è anche aprire le porte ad una realtà scomoda che esiste silenziosamente lontano dalla nostra vita.

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Informazioni sull'autore

Ex agente di viaggio, lettrice compulsiva di ogni genere letterario (esclusi libri rosa), viaggiatrice seriale con la passione per penna e calamaio. Convertita al mondo 2.0 ho creato Viaggi Zaino in Spalla e ora perseguo il faticoso compito di convertire ai viaggi indipendenti e al fai da te chiunque passi per le mie pagine

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